
Pubblicità a Trastevere, Testaccio e San Giovanni altamente offensive per la “morale comune”
Nella notte fra venerdì e sabato delle pubblicità a Trastevere, Testaccio e San Giovanni hanno indignato non poco i passanti e la pubblica amministrazione soprattutto. I manifesti affissi sulle pensiline Atac avevano un alto contenuto offensivo, erano pubblicità ambigue con riferimenti religiosi e sessuali. Alcuni, dal «titolo» Ecce homo, rappresentavano Gesù e alludevono alla pedofilia dei sacerdoti; altri irridevano al dogma dell’Immacolata concezione.
Inutile dire che tutti si son scagliati contro quello che è stato definito un atto vandalico.
Chi per primo ne prende le distanze è l’Atac che dichiara “In relazione al gravissimo atto che ha riguardato alcuni manifesti con immagini blasfeme esposti in alcune unità di fermate bus, Atac precisa che si tratta ovviamente di un atto vandalico. Nessuna autorizzazione è stata concessa da Atac, nè del resto poteva essere concessa da Atac trattandosi di spazi nella piena disponibilità, in base ad un contratto vigente da molti anni, della società Clear Channel“.
La replica dell’opposizione
Anche i Fratelli d’Italia, che hanno dichiarato «Un’offesa alla religione cattolica», hanno chiesto conto dei poster all’Atac e hanno «invitato» l’assessore alla Mobilità, Linda Meleo, a dimettersi. Ma nel pomeriggio del 1 luglio è arrivata anche la condanna dell’assessore alla Mobilità, Linda Meleo: “Si tratta di un gravissimo atto che condanniamo fermamente. Inoltre vorrei ricordare alle opposizioni che l’azienda ha provveduto subito a mettere in campo tutte le sue forze sin da stamattina e a dare una risposta immediata, eliminando i manifesti con l’aiuto della Polizia Locale. Nessuna autorizzazione è stata concessa da Atac”.
L’opposizione non ha comunque placato il proprio animo. “Rimaniamo allibiti nel constatare che la cartellonistica pubblicitaria alle fermate Atac dà spazio ad una campagna blasfema, dove con esplicite immagini viene ritratto Gesù Cristo in atteggiamenti a sfondo sessuale, peraltro accanto ad un giovane che sembrerebbe proprio un minore” – dichiara Fabrizio Ghera- e chiede anche di sapere quale sia l’azienda che ha avviato tale campagna mediatica su tali spazi.
L’ultima da sentire resta la Clear Channel, la società che per contratto ha l’unica disposizione e gestione degli spazi pubblicitari delle pensiline Atac. Ma la stessa società – informano dall’azienda dei trasporti – ha già provveduto a presentare denuncia all’autorità giudiziaria mentre tutte le unità in cui sono risultate presente tali scritte blasfeme sono state oscurate, fotografate per prova e rimosse.
Resta un buio fitto sul movente
Ma nasce, giustamente, un dubbio: i tabelloni preposti all’affissione sono protetti da un vetro e per aprirli occorre una chiave e le serrature non sono state forzate. Dunque com’è stato possibile applicare le pubblicità a Trastevere, Testaccio e San Giovanni senza autorizzazione alcuna? Per questo motivo infatti la polizia ha avviato un’indagine.
Per il movente non è necessario andare troppo lontano. Con tutta probabilità si tratta di un’azione-denuncia che ha a che fare con l’incriminazione del cardinale George Pell per pedofilia.