
Chiari riferimenti mafiosi dal tono ironico su una locandina pubblicitaria a Grosseto
A Grosseto una locandina pubblicitaria finisce sotto accusa per i chiari riferimenti mafiosi che porta con sé nello slogan e nelle immagini. “A Grosseto… Cosa Nostra è”, questo è il messaggio contenuto nelle affissioni presenti sugli spazi pubblicitari della città toscana, volti a promuovere l’apertura di una nuova pasticceria siciliana. Sullo sfondo, il disegno di tre loschi mafiosi con arancini e cassate al posto di armi e un cannolo al posto del sigaro.
A segnalare la locandina pubblicitaria è stato l’ex presidente della provincia Lio Scheggi, che ha definito l’affissione un “gravissimo fenomeno trasformato in folklore”.
“Trasformare un gravissimo fenomeno come la mafia in folklore da utilizzare come veicolo pubblicitario mi pare del tutto fuori luogo, oltre che gravemente oltraggioso per tutte le vittime di mafia e per i loro familiari”, con queste parole Scheggi ha denunciato l’accaduto.
Non è mancata la risposta della pasticceria “Il Carrettino”, che ha difeso la sua posizione spiegando che la locandina pubblicitaria non omaggia la mafia, ma la ridicolizza. “Non è cattivo gusto, ma una presa in giro della criminalità”, ha spiegato il titolare Andrea Greco. “Noi stessi siamo andati via 20 anni fa dalla Sicilia proprio per la mafia. Prima di mandare in stampa la pubblicità l’abbiamo studiata con il nostro legale. Tutti hanno capito il messaggio che c’è dietro”.
La spiegazione non sembra essere piaciuta a Lio Scheggi che ha dichiarato al quotidiano Repubblica: “Forse sto esagerando, ma temo che anche questo sia uno dei tanti segni del declino, culturale prima che economico, di questo nostro Paese”.
Un botta e risposta destinato a durare, tra chi trova indecoroso scherzare su una cosa seria come la mafia e chi ritiene che ridicolizzarla sia moralmente lecito, anche per fini pubblicitari.