
Gli impianti pubblicitari sul territorio di Catania, secondo il Comune, sono circa 6500. Di questi, quasi 1500 sarebbero quelli non in regola, ma che con i provvedimenti di riordino varati dall’amministrazione comunale nel 2014 sarebbero stati sanati, grazie ad un protocollo d’intesa della stesura del nuovo Pgi (l’ultimo risalente al ‘97) voluto e sponsorizzato dal primo cittadino Enzo Bianco.
La sentenza
Peccato che il Cga aveva definitivamente annullato alcune autorizzazioni all’installazione di impianti pubblicitari concesse negli anni 2012 e 2013 a tre ditte catanesi. L’oscuramento però riguardava solo due delle aziende coinvolte visto che gli impianti di una queste, la Job Creation, erano già stati oscurati per una decisione presa in primo grado dal Tar di Catania.
E fu così che l’azienda Job Creation, che rappresenta il due per cento degli imprenditori del settore, ha portato in tribunale il Comune di Catania per alcune autorizzazioni concesse (grazie al protocollo d’intesa) alle altre imprese nonostante la sentenza del Cga. Il ricorso al Cga della società Job creation è del 2014 e la sentenza con la quale la commissione dà ragione alla piccola società etnea è dell’8 maggio 2015. La sentenza aveva di fatto considerato abusivi circa 400 impianti pubblicitari, ma nonostante questo, attacca la Job Creation, dopo una nota del comune firmata dalla Ragioneria Generale, si è proceduto alla riattivazione di 176 impianti pubblicitari ad ottobre 2015 . «Ricordiamo che un pronunciamento del Cga è definitivo», ha dichiarato il vicepresidente della commissione Bilancio Niccolò Notarbartolo, chiedendo chiarimenti – mai arrivati – all’assessore Giuseppe Girlando. Ma, nonostante il pronunciamento del Cga, il Comune, che riceve due «richieste di riesame» una per ciascuna delle ditte ”imputate”, risponde il 20 ottobre dello stesso anno comunicando quanti impianti pubblicitari potevano essere esclusi dall’esecuzione della sentenza. Come giustificarono questa decisione? «Risultano liberi sul territorio e in siti coincidenti con il piano generale degli impianti»
«Così come approvato il regolamento prevede che vengano per ora mantenute solo le autorizzazioni vigenti ma è chiaro che in questo momento non ce ne sono perché tutti gli impianti che vediamo in giro sono scaduti o nulli per il Cga», dichiarò Giuffrida, socio della Job Creation. «Ci aspettiamo che da oggi questi impianti vengano coperti perché non in regola e, come prevede il regolamento, entro sessanta giorni rimossi», concluse.
A fine gennaio di quest’anno anche il M5S, con la senatrice Nunzia Catalfo, ha chiesto all’amministrazione che venga approvato il ‘regolamento di pubblicità ed affissioni’, in quanto “ulteriori ritardi potrebbero essere sottoposti al vaglio della Corte dei Conti, al fine di valutare l’eventuale danno erariale per i mancati incassi di alcuni milioni di euro”.
“ Il Cga, al contrario, aveva invece detto di dare il via a nuove autorizzazioni per le affissioni da concedere in ordine cronologico, ma questo non è avvenuto e dopo anni di lotte e dopo che la legge ci ha dato ragione- tuona Angelo Caruso, altro socio della Job – il comune non ha permesso a noi della Job Creation di lavorare, dando invece spazio ai poteri forti di questo settore e andando contro una sentenza di legge”
Gli impianti pubblicitari della denuncia
Durante la complicata vicenda la Job Creation chiede legalità e dà il via ad una campagna di affissioni di denuncia per chiedere il rispetto della sentenza del Cga. “L’ufficio affissioni e pubblicità di Catania premia gli abusivi”, “non rispetta la magistratura”, “800 impianti illegali che espongono pubblicità”, sono solo alcuni degli slogan apparsi a caratteri cubitali su diversi impianti pubblicitari in giro per il capoluogo etneo.
“Ancora oggi non abbiamo possibilità di lavorare a causa di azioni coercitve dell’amministrazione e delle aziende abusive del settore, cosa grave è che vengono sistematicamente coperti i nostri poster, mentre quelli dichiarati abusivi continuano a restare. Siamo di fronte ad incompetenza o sudditanza dell’attuale amministrazione?” attacca ancora Caruso.
E’ nel febbraio di quest’anno che arrivano le dichiarazioni dell’assessore Girlando “La situazione a Catania è complessa e bloccata da 20 anni. Sono state concesse autorizzazioni ad personam rinnovate nel tempo, con un Pgi mai adeguato e ritenuto non efficace da numerose sentenze del Tar e Cga” e sottolinea: “Il nuovo regolamento e il nuovo Pgi, che saranno adottati a febbraio dal Comune, faranno decadere tutte le autorizzazioni precedentemente concesse, e per emetterne nuove saranno espletate le gare. In questo modo si ripartirà da zero, chi offre di più vince”. Riguardo al protocollo d’intesa dichiara “ Il protocollo non ha dato nessuna licenza o autorizzazione, la negoziazione era volta a eliminare la cartellonistica non in regola, – spiega a Il Fatto Quotidiano.it l’assessore al bilancio di Catania – Le aziende ci hanno messo i mezzi e noi in due mesi e mezzo abbiamo eliminato 250 impianti abusivi senza spendere un euro”. Con il protocollo il Comune si è impegnato a rinunciare a diverse sanzioni retroattive, secondo stime circa 600mila euro nei confronti di 1500 impianti pubblicitari abusivi, mentre in cambio le aziende firmatarie hanno offerto gratuitamente dieci ‘tablet’ e un servizio di geolocalizzazione degli impianti.
Ultimi sviluppi
Da novembre a oggi sono parecchi gli impianti pubblicitari le cui licenze risultano scadute o annullate dal Cga e che, invece, sono ancora operativi. Sul famoso protocollo d’intesa si è pronunciato anche il Consiglio di giustizia amministrativa, definendolo «illegittimo» e perché venisse sospeso è stato necessario attendere fino a maggio 2016, un anno dopo la pronuncia del Cga su un ricorso presentato dall’azienda di pubblicità Job creation. Rimane, però, la questione degli impianti scaduti o annullati. Il consigliere Notarbartolo sottolinea infatti come tutte le aziende che hanno operato grazie alla sanatoria illegittima oggi continuano a esporre senza autorizzazione. «Circa 2500 impianti pubblicitari sono pertanto abusivi, sia considerando il vecchio regolamento che il nuovo. Una vicenda sulla quale il Comune è tenuto a vigilare per legge», prosegue Notarbartolo. Inoltre «Allo stato attuale l’ente, oltre a consentire l’esposizione pubblicitaria a ditte non autorizzate, impedisce agli altri operatori di entrare nel mercato catanese delle affissioni, procurando un gravissimo danno erariale determinato dai mancati introiti delle relative imposte pubblicitarie». Tra l’altro, da una richiesta di accesso agli atti formulata dal consigliere Notabartolo emergerebbe «l’elevazione di soli 200 verbali di contestazione a fronte di 2500 installazioni non autorizzate». Un comportamento che sarebbe «grave e illegittimo allorché direttamente o indirettamente generi disparità tra le aziende operanti a Catania».
Attenderemo ulteriori sviluppi di questa, già, complicata storia.