
Il volto e il corpo del candidato sindaco di Roma finito sulle affissioni a Torino
A Marzo 2016 le affissioni a Torino si sono vestite di un volto “inconsueto” per pubblicizzare un profumo di casa Dolce&Gabbana”. Un volto che all’epoca dei fatti era impegnato alla corsa per la sindacatura della capitale, Mario Adinolfi, fondatore del Popolo della Famiglia. L’affissione ritraeva Adinolfi a metà busto, in voluttuoso bianco e nero, con la scritta l “Eau Di Nolfi”, tutto firmato dalla celebre casa di moda italiana Dolce&Gabbana. “Sono fatto oggetto di un’incredibile campagna di affissione firmata Dolce&Gabbana, che mi auguro non abbiano nulla a che fare con questo scherzo di cattivo gusto, grave perché utilizza il mio volto e il mio corpo nudo. Il sindaco di Torino, Piero Fassino, ha qualcosa da dire?” queste le dichiarazioni all’epoca. “Ormai – continua Adinolfi – l’assalto è a raffica, evidentemente il Popolo della Famiglia ha toccato nervi scoperti: ieri l’annuncio di un esposto alla procura della Repubblica di Genova da parte del compagno di Sergio Lo Giudice per immaginarie frasi “omofobe” evidentemente non citate nell’esposto stesso (non ne esistono), pochi giorni prima la richiesta del Gay Center di impedire addirittura la presentazione delle liste del Popolo della Famiglia perché il simbolo anch’esso “omofobo”, ora l’affissione irridente mai vista nei confronti di un esponente politico. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, intende far rispettare il diritto a una competizione democratica serena o l’assalto al Pdf e ai suoi candidati può proseguire senza che nessuno abbia nulla da ridire?”.
E’ chiaro che le affissioni a Torino erano state utilizzate come strumento per colpire Adinofi e la sua battaglia contro le unioni civili, d’altronde era il periodo in cui in Italia si discuteva anche del Decreto Cirinnà. Gli spazi pubblicitari che ospitavano le affissioni erano stati ovviamente occupati abusivamente, così come confermò la concessionaria pubblicitaria proprietaria.
Ma di chi è stata l’opera di queste affissioni a Torino? Probabilmente si tratta di più di una persona, l’incursione è avvenuta di notte e gli autori sono colti e conoscono bene l’arte della provocazione, oltre che la provocazione nella storia dell’arte. È questo il primo identikit che si può tracciare. Ancora ad oggi nessuna rivendicazione del gesto, ma c’è chi ha analizzato la provocazione, anche dal punto di vista artistico, ed è il giornalista Vito De Biasi, che è stato tra i primi a segnalare la foto virale scattata da Federico Novaro. Vito De Biasi segnala che la boccetta di profumo che appare nella locandina ricorda molto da vicino l’opera ready-made Belle Haleine – Eau de Voilette realizzata dagli artisti Marcel Duchamp e Man Ray nei primi decenni del Novecento. Inoltre il manifesto, riprodotto richiamando in perfetto stile le affissioni di Dolce & Gabbana (con tanto di logo), fa poi sospettare che dietro alla provocazione possa esserci anche un grafico, forse lo stesso che aveva affisso, sempre in corso San Maurizio a Torino, il finto manifesto di Fratelli d’Italia con i Marò che volavano sul dorso di Falkor, il cane della Storia Infinita.
Le affissioni a Torino non hanno smesso di stupire dopo i manifesti con i Marò e Adinolfi. “L’anomino torinese” o gli “anonimi” che si burla/burlano dei politici confezionando affissioni pubblicitarie molto simili agli originali ha colpito ancora. Dopo Mario Adinolfi stavolta nel mirino è finito sotto i colpi del grafico satireggiante Maurizio Gasparri. Se Adinolfi, a torso nudo, faceva da testimonial a D&G, qui l’anonimo raffigura Gasparri con una parrucca anni sessanta per richiamare l’ambiente di Tiffany & Co., cui sembra attribuita la pubblicità. Lo slogan dice: “Ricchi si diventa, eleganti si nasce – Honoré de Balzac”. Gasparri, pure lui a petto nudo, sfoggia una catenina d’oro al quale è appeso un ciondolo della gioielleria newyorkese famosa in tutto il mondo. Il manifesto di Gasparri, come il precedente, è stato sistemato dentro un espositore in vetro dell’azienda di affissioni proprietaria.